IL NOLEGGIANTE

Grazie  a Pippo Castiglione per questo prezioso ricordo della sua infanzia aidonese che ci regala ancora una volta. Molti ancora si riconosceranno in queste memorie, gli altri i più giovani invidieranno forse la capacità dei ragazzini di allora di divertirsi con poco e sempre in compagnia. La prima strada di mattonelle, talmente importante che ancora oggi si mantiene come toponimo familiare a strata i mattonell'  (la via Crispi eSen. Vincenzo Cordova divisa dai Quattr' cant' ), il signor Mantello, il gelataio e il suo trabiccolo atteso da tutti i bambini con cui faceva baratto, la collaborazione degli adulti, fabbri e falegnami nel fornire materiali ai ragazzi per costruirsi i giochi: la carriola, il monopattino, la fionda e infine la bicicletta noleggiata da Cola u noleggiant'..., e a dissuadere i monelli le guardie e le secchiate d'acqua e gli inseguimenti con il bastone delle persone disturbate dal chiasso eccessivo! 

IL NOLEGGIANTE  di Pippo Castiglione

La prima strada vestita a nuovo di Aidone fu via Fratelli Palermo, la strada che provenendo da Catania porta in Piazza Filippo Cordova, la piazza principale del paese. Fu pavimentata con grosse basole di pietra lavica, squadrate, che andarono a sostituire la chiangata, la pavimentazione con pietre irregolari (chianghi) con le quali erano pavimentate tutte le strade del paese.

La seconda strada vestita a nuovo fu via Francesco Crispi, la Strada dei mattonelli, come fu subito ribattezzata perché rivestita di mattonelle.

Queste due strade diedero impulso all’uso della bicicletta, resero più spedita, ad esempio, la pedalata di Mantella, il gelataio che d’estate spingeva la sua barchetta a tre ruote e barattava una granita di limone con un bicchierino di frumento.

Anche l’arrotino ne trasse vantaggio: il suo mestiere si svolgeva in groppa alla bicicletta.

Che io ricordi nella mia infanzia non c’erano bambini che possedevano una bicicletta, certamente perché le strade non erano adatte ad essere percorse in bicicletta; ma anche perché non erano molti quelli che se la potevano permettere. C’era però u noleggianti, un signore che affittava e aggiustava biciclette agli adulti, a quei pochi che se ne servivano per raggiungere le campagne circostanti o per recarsi a Piazza Armerina, sede di uffici pubblici, come catasto e tribunale, della Diocesi e di tutte le scuole secondarie.

Dai bambini il noleggiante era conosciuto perché ci vendeva le strisce di elastico, ricavate da vecchie camere d’aria, che utilizzavamo per costruire le fionde. Aveva la sua bottega in via Fratelli Palermo, all’altezza del Monte di Pietà, divenuto sede, dopo la sua chiusura, dell’Esattoria Comunale.

Le due strade nuove fecero crescere in noi bambini (e bambine!) la voglia di andare in bicicletta. Il noleggiante d’altra parte seppe cogliere l’occasione, si fornì di biciclette adatte ai ragazzi, ne aveva anche con lo sterzo ricurvo come quelle dei corridori (allora imperversavano Bartali e Coppi).

Così imparammo ad andare in bicicletta. Andavamo in coppia, io e mio cugino Pippo: a turno uno stava in sella, l’altro lo sorreggeva per tenerlo in equilibrio. Mezz’ora di esercizio costava 15 lire. Vedo ancora la grossa sveglia che ticchettava sul bancone di fronte all’uscio e la lavagnetta appesa al muro su cui Cola – era questo il suo nome se non ricordo male– segnava l’ora col gessetto che gli procuravano i ragazzi.

In ogni paese in Sicilia a quei tempi c’era un noleggiante. Una botteguccia mi capitò di vedere, al tempo del ginnasio, quando andavo ad Acireale a sostenere gli esami al Collegio Pennisi: esponeva una insegna fatta a mano, una tavola scolorita appesa al muro, all’esterno, su cui era scritto: Si affittano biciclette e si aggiustano anche. Alla vista una fragorosa risata percorse la lunga fila dei collegiali. Il noleggiante non capì la ragione.

Cola, il nostro paesano, a modo suo si industriava, sfruttava tutte le opportunità che le strade nuove offrivano ai ragazzi, alle frotte di ragazzi che allora riempivano le strade. Prese a vendere cuscinetti a sfera di ogni dimensione - in concorrenza con il fabbro Rapisardi che li ricavava da recuperi bellici, e pertanto a basso costo - e lanciò la moda, si direbbe oggi, dei monopattini e delle carriole.

Nell’operazione furono coinvolti i falegnami del paese, nessuno rifiutava l’aiuto ai bambini. Il mio falegname di fiducia era Messina.

I monopattini risultarono sopportabili, ma le carriole furono devastanti; specialmente nella Strada dei mattonelli, la più frequentata perché in discesa, producevano un tale fracasso da provocare l’ira e la ribellione dei paesani. Nella mia zona diventarono temibili le signorine Mastroarfonzi che ci rovesciavano addosso secchi d’acqua e lo zio Ciccio Pennisi che ci inseguiva col bastone.

Il Comune dovette correre ai ripari e proibì ai bambini l’uso delle carriole, ai vigili fu dato il compito di emettere le multe e sequestrare il mezzo. E così un’altra infrazione si aggiunse al possesso della fionda, entrambe comportavano una contravvenzione di 251 lire.

Forniva gli strumenti per delinquere Cola il noleggiante.

Pippo Castiglione

marzo 2022