La Giunta di Pasqua in Aidone

  • LA GIUNTA DI PASQUA OGGI
  • CITAZIONI DALLE OPERE DI OTTAVIO PROFETA
  • LA GIUNTA DI PASQUA IN UN DOCUMENTARIO DI VITTORIO DE SETA DEL 1955
  • LA RIVOLTA DI PASQUA DEL 1960 IN UN ARTICOLO DI ROSARIO RANFALDI

La "Giunta" di Pasqua
In Aidone la Domenica di Pasqua, verso mezzogiorno, in piazza Filippo Cordova, ha luogo una delle più suggestive sacre rappresentazioni, la Giunta, il ricongiungimento tra la Madre e il Figlio risorto. Protagonisti sono: le statue dell’Addolorata, Gesù risorto e i dodici Santoni, i giganti che rappresentano i dodoci apostoli. E poi i rappresentanti di tutte le confraternite e ad alcuni messaggeri, i bimbi che portano  gli stendardi infiorati; tutti insieme si danno da fare per cercare Gesù e portarne notizia alla Madre: I due simulacri sono "nascost" in due stradine laterali. Si assiste alle corse di San Pietro che per tre volte (quante furono le negazioni), accompagnato dagli stendardi e da frotte di ragazzini, fa la spola tra la Madonna e Gesù. Alla fine di questo viaggio, Giovanni le va incontro per annunciargli che Cristo è risorto; la statua del Cristo viene mostrata e Pietro e Giovanni corrono verso la Madonna che già si avvicina al centro della piazza. A mezzogiorno in punto, in un tripudio di campane, mortaretti e “salti” dei Santoni, avviene l’incontro, a giunta; si fa saltare il velo nero alla Madonna e alle due statue, si fanno fare inchini, inchini anche tra statue e Santoni e le statue vengono sollevate come fossero fuscelli. La festa si conclude con la processione, le due statue vengono portate insieme, e riaccompagnate nelle rispettive chiese: la Madonna accompagna Gesù nella chiesa Madre e poi a sua volta viene accompagnata a Santa Maria La Cava, tutte le separazioni vengono sottolineate dagli inchini acrobatici dei santoni.

Ma per quanto la tradizione è assai antica, visto che si può fare risalire al Seicento, c'è stata nel tempo una lunga cesura e non per la guerra o per una pandemia come è accaduti in questi ultimi due anni, ma per una serie di incomprensioni e impuntature. Nel 1960 il vescovo dell'epoca, monsignor Catarella, uomo tutto di un pezzo, decise che la Giunta fosse una tradizione barbarica, priva di fondamento religioso. Ne decretò dunque l'abolizione. La mitologia popolare sussurrò che fosse stata per un segno di rispetto verso la moglie del maresciallo, spaventata dalla bruttezza dei giganti. Ma gli aidonesi, vincendo la naturale indifferenza e ritrosia,  non si rassegnarono a questa palese ingiustizia ed insorsero. Fecero lo stesso la giunta senza banda e senza preti, ma con i santoni. Si scatenò una rissa e come conseguenza per dieci anni la festa fu sospesa.  Qui di seguito una mia vecchia nota sui fattacci e l'articolo per la Sicilia di un giornalista locale, Rosario Ranfaldi.

La Giunta si replica uguale a sè stessa  come ci dimostrano questi brani tratti da opere di Ottavio Profeta. " Per Pasqua, poi, dopo avere cercato il Signore per tutte le strade, su e giù, quando suona mezzogiorno ch'è l'ora in cui Cristo risorge e la Dolorata si toglie il velo nero, è tale il gàudio, la felicità che li prende tutt'insieme, che si mettono a correre come fanciulli, in un nùgolo di colori e di mantelline svolazzanti, per fare la Giunta nel piano di santa Maria, mentre le campane si sciolgono in gioia, i mortaretti scoppiano, le trombe della banda fanno festa, e tutto il piano è una nuvola azzurra." Ottavio Profeta,  Sicilia Favola Vera  "Paese che vai festa che trovi" (1954)

"Giunsero le Ceneri, la settimana santa, il silenzio delle campane legate, il crepitio delle battole, le « laudate » dei contadini, dietro le porte delle chiese. Il senso del dolore tornò a ingentilire il popolo: fiorirono i Sepolcri; le fanciulle si scambiarono i bianchi germogli del grano nato al buio, nell'acqua delle fiale consacrate; le «piangenti» andarono a custodire l'Urna, tra i mosaici di sabbia e gli altari in lutto.
E Pappardedda mise in ordine i Santoni, cioè gli apostoli di cartone che ogni chiesa ave va in dote: a San Pietro ridiede la chiave, a San Paolo la spada; a uno avvitò il diadema, a un altro tinse i baffi; a tutti, poi, rinsaldò le gabbie di legno che modellavano il cavo del torace e sotto cui si sarebbero collocati i portatori, per Pasqua.
Così, nella gloriosa mattina, i Santi poterono uscire a cercare il Signore; e, trovatolo che aspettava tra i giudei e i confrati in sacco bianco, andarono a dirlo alla Madonna e fecero sciogliere le campane.
Allora don Marco sollevò i bambini per le orecchie, allo scopo di farli crescere sempre « latini » cioè dritti."
(Ottavio Profeta, Odia il prossimo tuo - 1932.  pag.231-232)

LA GIUNTA DI PASQUA IN UN DOCUMENTARIO DI VITTORIO DE SETA DEL 1955

nel lontano 1955  il grande Vittorio De Seta girò questo documentario sulla settimana santa in Sicilia; si apre con i Giudei di San Fratello, continua con il Venerdì Santo di Delia e si conclude con la Giunta di Pasqua di Aidone (da 5'.15)

1960.La rivolta di Pasqua

la rivolta di  Pasqua del 1960 

"Dedico questa NOTA a tutti coloro che in questi giorni nel sentirci parlare di quella memorabile Pasqua del 60 sono rimasti tra l’incredulo e l’esterrefatto; mi piace ripercorrere con gli aidonesi che la leggeranno quei momenti indimenticabili per chi li ha vissuti ma pieni di fascino per chi ne ha sentito favoleggiare fin da quando era bambino. Io avevo allora poco più di sette anni e ne conservavo solo un eco, rinnovata anno dopo anno dalla mancanza e dal senso quasi di lutto con cui tutti gli aidonesi, ad ogni Pasqua per dieci anni, rievocavano quei momenti e dalla nostalgia e dal rimpianto che accompagnavano il desiderio di rivedere “i sant’ ch’ curriv’n nto cciangh’” “a Madonna e u S’gn’ruzz’ ch’ s’ iungiv’n mintr' s’ sciugghiv’n i campan’, sparav’n i bumm’ e tutt’ i gint s’ mbrazzav’n e ballav’n’ nsemula chi santui”.
Ieri mentre con degli ospiti forestieri gioivamo della suggestione della funzione delle Palme a San Lorenzo, del magnifico panorama che si godeva dalla Villa, da San Domenico e dal Castellaccio, e orgogliosamente mostravo le linee uniche ed eleganti della facciata e degli stucchi di San Domenico e della purezza del portale di san Lorenzo, mi sono soffermata a parlarne con alcuni confratelli, non proprio anziani ma certo in una età che presupponeva un ricordo più diretto di quella giornata.
Dopo un primo momento di ritrosia e diffidenza hanno cominciato, prima timidamente poi quasi gareggiando tra loro, a dare sfogo ai ricordi che confermavano ed integravano quanto avevamo ricostruito con Luigi Colombo e Lorenzo Stimolo, testimoni diretti, negli interventi dell’area di Discussione della pagina di Facebook su La Settimana Santa in Aidone, che aggiungo integralmente qui di seguito.
Intanto l’antefatto ricordato bene da Lorenzo: il Vescovo di Piazza Armerina Mons. Catarella proibisce l’uso dei Santoni nella Giunta e la sospende, la notizia già conosciuta da alcuni giorni avvelena la settimana santa, la gente preme sui parroci per farla comunque.
Due particolari, dei ricordi dei confratelli mi sono sembrati molto interessanti (chiedo eventuale conferma o smentita…): la mattina di Pasqua, Padre Velardita, il parroco di Santa Maria La Cava, quando capì che le intenzioni della folla, formata dai confrati ma soprattutto da gente comune, erano inequivocabili, lasciò nelle loro mani la Madonna che a furor di popolo fu portata alla Matrice a liberare il Figlio. Nel frattempo frotte di giovani e ragazzini, con le buone ma soprattutto con le cattive, aprivano le chiese per portare via i Santoni e dare inizio alla Giunta. La folla si portò tutta a San Lorenzo (chiamato anche Chiesa Madre o Matrice), dove Padre Vinci aveva legato Il Cristo Risorto ad un furgoncino (?). Questi resosi conto della situazioni abbandonò il simulacro guadagnando un rifugio dentro la chiesa. Fuori il simulacro di Gesù era circondato dalla folla ma ormai protetto dai carabinieri, qualcuno suggerì di mandare le donne a sciogliere la statua per poter procedere alla processione e un gruppo di donne prontamente salirono sul furgoncino per sciogliere i lacci; ne seguì un tafferuglio nel corso del quale il sottotenente dei carabiniere si prese un colpo della torcia di legno che faceva parte del corredo dei confratelli, riportandone un braccio rotto.
Nessuno riuscì a fermare la folla, le donne liberarono Gesù e gli uomini, caricatoselo sulle spalle, insieme alla Madonna e scortati dai Santoni, iniziarono la lunga processione per tutto il paese fino a raggiungere la piazza Cordova dove, senza il contributo delle gerarchie ecclesiastiche, si sarebbe celebrata la "Giunta" secondo la tradizione.
La banda aidonese non aveva voluto suonare, si era chiamata quindi quella di Raddusa, come ci ricorda Luigi Colombo preso in forze in quella banda, ma i suonatori impauriti da quanto accadeva, si rifiutarono di suonare e tentarono la fuga inseguiti a pietrate da frotte di ragazzini, e non solo, su per il Castellaccio e poi in una rovinosa discesa giù verso San Giacomo.
I tempi lievitarono e alle quattro infine, completato rito e l’accompagnamento dei protagonisti nelle loro chiese, ciascuno se ne ritornò soddisfatto nelle proprie case godendosi il pranzo ma anche la Pasquetta.
Ma la cosa non si era conclusa perché dopo qualche giorno alcuni “facinorosi” si videro consegnare l’ordine di comparizione o, direttamente, di arresto. Alcuni in carcere vi rimasero per pochi giorni ma altri , come il Sig. Tano Alù, riconosciuto come capopopolo e istigatore, per almeno cinque mesi. A Tano Alù, morto qualche anno fa dedico questa nota, al suo sincero e incondizionato amore per la tradizione, per la confraternita dell’Annunziata e soprattutto la Pasqua ed il Venerdì Santo.
Egli ebbe la gioia, dopo dieci anni di trepida attesa, di tornare protagonista nell’organizzazione della Giunta, godendosela alla grande con tutta la popolazione aidonese. 

I fatti del '60 in un articolo di Rosario Ranfaldi

Aidone 19 aprile 1960 - martedì

I disordini che hanno turbato le celebrazioni della Pasqua

ALCUNE PERSONE SARANNO FORSE DEFERITE ALL’A. G. PER I GRAVI INCIDENTI DI DOMENICA AD AIDONE

Altri particolari sui drammatici episodi – Nessuna preoccupazione per le condizioni del tenente dei carabinieri Zumbo

La Pasqua 1960 è destina ta a rimanere indelebile nella mente degli aidonesi per i gravi episodi che l'hanno caratterizzata e le deprecabili conseguenze che ne sono derivate. 
Da qualche anno le autorità ecclesiastiche avevano espresso l'intenzione di togliere dalla circolazione i caratteristici e mastodontici « Santoni» raffiguranti gli Apostoli (la cui origine risale intorno al 1400). «Niente "Santoni", perciò alla "Giunta di Pasqua"» avevano detto, dietro istruzioni precise ricevute dalla Curia, i sacerdoti di Aidone.
Di conseguenza, la tradizionale «Giunta di Pasqua», che tutti gli anni ha avuto inizio verso le ore 11 in piazza Cordova di Aidone con la partecipazione di una folla imponente, tra cui molti turisti, e con l'intervento di fotoreporters, giornalisti e inviati di cinegiornali, questi ultimi richiamati dalla originalità della manifestazione di schietto folklore sicilian,. quest'anno si sarebbe dovuta svolgere senza i santoni ». Secondo la vecchia tradizione, i «santoni» fanno la spola tra il simulacro della Madonna e quello di Gesù. La manifestazione culmina nell'incontro tra i due simulacri.
Ma, come abbiamo detto, i sacerdoti di Aidone, avevano invitato gli appartenenti alle confraternite a intervenire alla Giunta di Pasqua senza la partecipazione del famosi santoni. Nonostante tutte le proibizioni, però, quattro santoni, appartenenti a chiese del quartiere di S. Giacomo, si recavano nella Chiesa Madre. Successivamente, venivano scardinate le porte della chiesa di S. Anna, S. Maria e S. Giuseppe da dove venivano prelevati altri «santoni». Analoghi episodi avvenivano poi in altre chiese e in un baleno la Giunta veniva costituita secondo la tradizione. Anche il simulacro della Madonna in gramaglia, preso nella chiesa di S. Maria La Cava, veniva condotto dinanzi la Chiesa Madre.
I carabinieri del luogo intanto, cercavano di ristabilire l'ordine ed evitare che la situazione potesse precipitare. Si decideva pertanto di chiedere, in considerazione della enorme folla che si era riversata nei pressi della Chiesa Madre e che faceva la calca attorno al santoni e ad ai simulacri, reclamandone il trasferimento in piazza Cordova per l'effettuazione della «Giunta », l'intervento dei carabinieri di Piazza Armerina. Questi, al comando del tenente Zumbo, giungevano ben presto nella piazza antistante la Chiesa Madre, ove intanto la folla si era ingrossata paurosamente. I confratelli, con le loro torce in robusto legno, gli stendardi e bandierole, erano minacciosi. I tutori dell'ordine dal canto loro erano decisi a contenere la folla ed evitare il peggio. Ma i fedeli, per nulla intimoriti dalla presenza dei carabinieri, continuavano ad urlare reclamando soprattutto il simulacro di Gesù, che era collocato su di un camion, legato da robuste corde.
La situazione si faceva via via più tesa, finchè ad un tratto, scoppiava una furibonda mischia. Alcune donne, servendosi di coltelli, tagliavano le funi che imprigionavano la «bara» contenente il Gesù risorto. Il tenente Zumbo accorreva nel tentativo di impedire al gruppo di donne l'azione intrapresa, ma. forse a causa di uno scivolone, cadeva a terra riportando delle contusioni alla fronte ed alle mani. L'ufficiale veniva colpito da choc nervoso per cui si rendeva necessario il suo trasporto, a mezzo di un'autoambulanza, al più vicino ospedale. Le sue condizioni non destavano preoccupazione.
Nella serata di domenica e durante la mattinata di ieri, sono stati effettuati parecchi fermi. Sono stati fra gli altri convocati in caserma i rettori delle confraternite Alù e Schilirò. Tutti i fermati sono stati però rilasciati immediatamente. Pare comunque che parecchie persone verranno denunziate all'autorità giudiziaria. Ieri sono stati ad Aidone, il comandante la Legione del carabinieri di Messina e il capitano Gelsomino, comandante il gruppo di Enna. 

Rosario Ranfaldi

Ringrazio l'amico Giusto Oliveri per avermi dato la possibilità di pubblicare questo articolo. Il compianto Rosario Ranfaldi era un cronista serio e competente. Lo si vedrà ancora meglio quando metterò, spero a breve, gli altri articolisti che si occupano dell'argomento per le testate regionali.