Diario nei giorni del COVID19

Aidone e San Filippo ai tempi del Coronavirus

Quando è arrivata la Settimana Santa e poi Pasqua e Pasquetta pensavamo di aver visto tutto quello che si potesse vivere di assurdo, irreale, fuori dal tempo. Le feste religiose sono soprattutto feste comunitarie; nelle chiese, nelle processioni ti trovi spalla a spalla con persone sconosciute, ma sai di vivere gli stessi sentimenti, lo stesso dolore, la stessa gioia, la stessa fede. Quando ti ritrovi nella stessa piazza e vivi la Giunta di Pasqua, tra lo scampanio festoso, l’abbraccio di Maria e il suo Figlio Risorto e gli Apostoli-Santoni che ballano e saltano per la gioia, è un continuo abbracciarsi, baciarsi, stringere mani anche a perfetti sconosciuti e in quel momento sei felice di farlo. Le feste pasquali sono passate nella mestizia, molti fedeli si sono ritrovati a casa davanti ad un telefonino per sentire e vedere il proprio parroco, gli altari conosciuti e la piccola consolazione di essere quasi presenti. C’è un prete a Bari, Don Giovanni Ladiana, che ad ogni messa che si prepara a celebrare, dal profilo facebook avvisa i suoi parrocchiani “anche oggi vi porterò a messa con me; mi preparerò leggendo i vostri nomi”, il loro nome risuona nella chiesa vuota ma è come se tutti banchi fossero pieni delle loro presenze…

E poi è venuta la volta di San Filippo: la novena, i vespri e oggi anche la messa solenne sono state seguite in streaming con una buona partecipazione di devoti. La messa solenne è stata celebrata, a porte chiuse nella cappella del Santo, dal Vescovo mons. Gisana e da tutti i tre parroci di Aidone, Don Carmelo Cosenza, Don Giacinto Magro, Don Angelo Ventura, alla presenza del Sindaco, dell’assessore Ciantia in rappresentanza della nostra cittadina, dei comandanti dei vigili urbani e dei carabinieri di Aidone e della bellissima voce di una corista. Alla fine della celebrazione i presenti, insieme a due ragazzi che sostenevano una gigantografia di San Filippo, con il Vescovo che reggeva il secentesco reliquiario, hanno percorso in processione il breve tragitto che si fa, alla stessa ora tutti gli anni, con la partecipazione di una folla enorme di pellegrini e devoti. I fedeli, i devoti che hanno potuto, si sono uniti virtualmente ed in ispirito a questa celebrazione, e i fortunati abitanti in quelle strade hanno potuto assistere alla processione dai balconi. [...]

Ora il mio pensiero va anche alla delusione di tutti i forestieri che avrebbero voluto intraprendere il viaggio quest’anno, ma va specialmente a tutte quelle persone, i venditori ambulanti, i giostrai, gli installatori delle luci, i fabbricanti di fuochi di artificio, i produttori di cera, che in questi mesi primaverili passavano da un paese all’altro, da una festa all’altra e ora sono costretti nelle loro case a chiedersi quando potranno ricominciare a lavorare per mandare avanti la baracca. Penso anche a tutti i commercianti, i ristoratori aidonesi e al loro guadagno perso. Mi immedesimo nella loro sofferenza, a volte diamo tutto per scontato e non pensiamo quante famiglie vivono intorno ad una festa, ad un evento, ad una sagra. Tutte occasioni ormai perse e chissà ancora per quanto tempo. Non ci resta che affidarci a San Filippo che in questi mesi ha tenuto sotto il suo ombrello protettivo il nostro paese. dove non si è verificato neppure un caso di contagio.

1 - 2- 3-4 aprile - Aumento vertiginoso dei casi in provincia di Enna, il giovane deputato 5 stelle Andre Giarrizzo chiede il commissariamento dell'ASP di Enna. 

E intanto scoppia l'altro scandalo, un paziente Covid 19 in via di guarigione viene portato a Leonforte in un reparto non ancora pronto per l'accoglienza, resta una notte al freddo in una stanza poco pulita. Denunca il tutto ad una testata on line. 

Portiamo avanti la richiesta di sospendere gli ordini di servizio dei medici del Chiello per la turnazione al Covid di Enna, ma non succede nulla. Fa male il silenzio del personale interno. A quanto ho capito, da quando la sanità si è trasformata in azienda, il malato non è più un paziente ma un portatore di soldi. I dipendenti fanno una specie di giuramento di fedeltà per cui non possono parlare contro l'azienda. Ma stanno zitti anche il resto dei piazzesi e i medici in pensione, anche se, quando li senti di presenza, non possono fare a meno di inorridire!

Continuo ad arrabbiarmi: sembra che non interessi nessuno! Anzi molti accusano i medici piazzesi di rifiutarsi egosisticamente di aiutare i colleghi. 

31 marzo -  i numeri sono incredibili. Soprattutto in Lombardia e al suo interno, nella provincia di Bergamo e Brescia. Ci si comincia a fare delle domande tra sospetti ed accuse. Stato e Regione si rimpallano già le responsabilità. Si poteva evitare? Le esigenze economiche hanno avuto il sopravvento su quelle della sicurezza? è stato fatto tutto il possibile? Qualcuno nelle stanze del potere ha tenuto nascosto quanto già si sapeva dai primi di gennaio per non creare il panico? E chi l'ha fatto? La Regione? Lo Stato? Una pietra tombale sono le parole di un medico bergamasco: «Non so se si potesse fare meglio. Di sicuro è stato fatto tutto quello che non si doveva fare»!

30 marzo -  In Aidone continua il tempo sospeso, c'è un silenzio irreale, soprattutto il pomeriggio quando i pochi negozi aperti abbasano la saracinesca e la gente esce al massimo per andare in farmacia. Gli studi dei medici sono chiusi, ci si sente per telefono e le ricette ti arrivano direttamente in farmacia, tutti gli altri studi professionali sono completamente chiusi. Non si vede neppure un cane per strada, anche i cani randagi che fino a qualche settimana fa erano numerosi ora sembrano del tutto scomparsi, qualcuno mi fa notare che laddove non ci sono gli uomini non ci sono neppure i cani!

E intanto scoppia il caso Chiello, e non so ancora quante energie mi toglierà: il solito consigliere-infermiere Concetto Arancio su una tv web aidonese "Aidone Breaking news" rilascia una dichiarazione terribile, incredibile: dal Chiello, dichiarato Covid free, i medici di Chirurgia vengono mandati a fare turni di servizio al centro Covid di Enna e poi tornano ad operare a Piazza. Man mano che ci si rende conto scoppia la polemica,  ma è talmente assurdo che sembra incredible!

La nostra provincia in rapporto al numero di abitanti ha il più altro numero di contagiati ma, se si va a guardare i numeri si scopre che, oltre la metà sono nella struttura sanitaria di Troina che ospita i disabili: 110 casi +, 40 tra i sanitari e 70 tra gli ospiti. Troina viene dichiarata zona rossa e si chiede l'intervento dell'esercito per supportare il personale sanitario e assistenziale.

A Partinico guariscono i primi pazienti.

Storie di solidarietà: a Montevarchi due fratellini restano soli in isolamento a casa dopo il ricovero della mamma, un paese si mobilita per nutrirli e distrarli

Tra le immagini indimenticabili c'è lui,  il bergamasco don Cirillo Longo, 95 anni, uno dei tanti preti uccisi dal coronavirus che, poche ore prima di andarsene, si è fatto immortalare disteso a letto in una posa semplicemente straordinaria: con le braccia alzate ed esultanti, in segno di vittoria.

La permanenza a case delle coppie fa emergere un aumento delle violenze sulle donne spesso perpetrate davanti agli occhi inorriditi dei figli

 

30 marzo 2020 - Sembra che la gente non aspettasse altro che essere chiamata alla solidarietà. In un pomeriggio frenetico con le amiche della Caritas cittadina abbiamo preparato un appello per una raccolta fondi e per promuovere una spesa solidale. Molte sono le persone che hanno subito dimostrato la loro solidarietà, ma tantissime anche quelle che appena si è sparsa la voce sono venute a prelevare i beni di prima necessità. Questa è la dimostrazione, se ce ne fosse stato bisogno, che nel nostro paese esistono tante sacche di povertà e famiglie indigenti anche al di fuori di quelli che percepiscono il reddito di cittadinanza. Le tante famiglie che contavano molto, per vivere in modo decente,  sul lavoro delle donne che prestano la loro opera nelle famiglie o presso gli anziani, o facendo le parrucchiere e le estetiste a domicilio, da un giorno all'altro si sono ritrovate senza lavoro e, se anche l'uomo di casa faceva un lavoro precario o in nero, la tragedia è completa. La dignità è tanta ma il bisogno anche. Si è intrapreso questo cammino, non sappiamo quanto durerà. Ma, come diceva ieri sera Papa Francesco, siamo tutti in una stessa barca nella tempesta e nessuno si salva da solo. La bellissima omelia del Papa, nel Venerdì di Quaresima, nella solitudine di Piazza San Pietro con l'accompagnamento sonoro delle sirene delle ambulanze e della pioggia scrosciante, è stato emblematico della solitudine che stanno vivendo il mondo e le città. Eppure quelle parole hanno avuto la capacità di consolare, sollevare, sostenere, sono entrate nel cuore e resteranno l'immagine più efficace di questi giorni, tanto quanto la disperazione che ci hanno descritto le camionette dei militari che di notte portano decine e decine di bare dalla Lombardia ai crematori di altre regioni.

28.03.2020.  A proposito della comunicazione affidata solo a sterili numeri, che non si sa neppure se siano affidabili. Questo è quello che accade nel distretto sanitario di Enna. La trasparenza non è certo la cifra con cui si sta affrontando la crisi coronavirus in provincia. Questo ci preoccupa tanto, non possiamo fare solo affidamento sulle persone colpite che, al dolore per la loro condizione, debbano anche aggiungere la responsabilità di comunicare, a quanti sono venuti a contatto con loro, di prendere le dovute precauzioni. Speriamo intanto che il centro analisi di Piazza che dovrebbe nascere venga autorizzato al più presto, non si possono attendere le risposte dai laboratori di Catania e di Palermo intasati fino all'inverosimile! Oggi la scoperta dei positivi è questione di vita e di morte per tutti!

27.03.2020. Oggi non sono per nulla ottimista, ce l'ho con quelli che continuano dalle comode poltrone a fare l'apologia della sanità italiana! Ma dove si ferma l'Italia? Se in Lombardia i presidi sanitari hanno cominciato a scarseggiare quando si è raggiunto il culmine del contagio, sappiamo, perché lo constatiamo ogni giorno, che da Napoli in giù è la regola, a partire dall'inizio ... Già, noi siamo i delinquenti che si sono mangiati la sanità non lasciando neppure le briciole; ma possibile che in queste decine di giorni che abbiamo avuto per prepararci al peggio non si siano fatte scorte di nulla? E intanto, nella nostra provincia o distretto sanitario, assistiamo alle solite liti sulle spoglie di quello che resta... Si, sono proprio sfiduciata, non ci resta che stare tappati ermeticamente a casa, ma fino a quando resisteremo senza impazzire? Fino a quando c'era un limite alla nostra prigionia, il 3 aprile, l'abbiano presa tutti in modo quasi goliardico, ma non avere più un termine e vivere in un tempo sospeso senza vedere un fine, senza potere progettare neppure l'estate (che per noi che i figli li abbiamo fuori significa l'estate con loro), crea dentro un vuoto angoscioso. Poi penso che non posso lamentarmi io che vivo in una comoda casa al calduccio, con tutto quello che mi può servire per distrarmi! Penso a tutti gli anziani soli. Penso ai portatori di qualunque disabilitá dalla più lieve alla più grave e ai loro famigliari. Penso a tutti i bambini ed adolescenti che devono vivere le loro giornate condividendo con il resto della famiglia i pochi metri disponibili. Penso a tutti coloro che vivono del frutto del lavoro quotidiano e non sanno più neppure se devono seminare, se devono preparare i lidi, dare aria alle camere degli alberghi, preparare la stagione estiva, acquistare e vendere elettrodomestici, mobili, abbigliamento... a tutta un'economia individuale e privata senza prospettiva. Penso ai senza tetto e ai clandestini che diventano sempre più trasparenti e che ripongono le loro uniche speranze nel volontariato. Penso a a tutti quei profughi ammassati a Lesbo e nei campi turchi di cui non si parla più come se il problema fosse scomparso, come stanno vivendo questa epidemia che si aggiunge a tutto il resto? Sono immuni? Penso a tutti quei migranti bloccati in Libia di cui non sappiamo più nulla... il corona virus un merito sembrerebbe averlo avuto: ha fatto sparire tutti gli altri problemi. Sì, occuppiamoci tranquillamente di noi stessi!

26.03.2020.  Manzoni scrive: “Il buon senso c’era ma se ne stava nascosto per paura del senso comune”. Queste parole ben si attagliano al contenuto di questo articolo. Va tutta la mia solidarietà all'autrice Anna Zagara, che con un'altra citazione famosa -a pensare male si fa peccato ma spesso si indovina- avrebbe una sola colpa , essere un consigliere di minoranza che non sa tenere la bocca chiusa e la penna sulla scrivania!  (Piazza Armerina. La figlia di una consigliera nel giorno del suo compleanno mette una foto su facebook di un festeggiamento in giardino felice col fidanzato, la famiglia vede fare irruzione a casa i vigili urbani perchè stanno violando l'isolamento. Non si sono neppure accorti che nella foto splende il sole e loro arrivano in una buia giornata di nebbia!) 

Le nostre piccole città sono presidiate come non mai, non si deve uscire, si viene fermati, anche bonariamente, dai carabinieri per ricordarcelo. Io ho una madre quasi novatenne e insieme ai miei fratelli non la possiamo abbandonare. Per il suo bene le nostre visite sono brevissime, quasi sulla soglia ma non possiamo non accertarci che lei stia bene e non le manchi nulla. Siamo tutti soli nelle nostre case. I figli e i nipoti separati dai nonni, e zii che solo al giorno prima erano indispensabili per la loro gestione. Le strade sono deserte, solo qualche cappannello di gente regolarmente distanziate davanti ai pochi negozi aperti, ai supermercati, alle farmacie. Nonostante da settimane non ci sia una mascherina in vendita gli aidonesi, non so come, tranne me e qualche altro sparuto, sono tutti forniti di mascherine chirurgiche. Sono stati previggenti loro o sconsiderata io? Fanno tenerezza gli anziani che raggiungono il campicello fuori paese in macchina con la mascherina logora. Le mascherine usate e riusate fino all'esaurimente, la foglia di fico che fa più scena che dare sicurezza a chi la indossa e a chi gli sta di fronte!.  

26 marzo 2020. Brasile. Il presidente Bolsonaro: chi resta a casa è un codardo. Non pensate che questo cinismo sia solo la consapevolezza e la prova della incapacità del sistema sanitario brasiliano di affrontare la crisi? E allora pazienza sarà una specie di evoluzione della specie, chi vive sarà pure il più forte. Non nomina l'immunità di gregge perché forse ha visto quanto sia stato ridicolizzato il suo compare inglese!

24 marzo 2020 L'appello del Segretario Generale dell:ONU Gutierres perché vengano sospesi tutti i conflitti aperti nel mondo. Facciamolo girare secondo me è come sottoscrivere un appello! "ma se qualcuno lo indice sarò là prima a firmarlo! (due tre giorni dopo vengono fermate tutte le guerre, merito di Gutierres o paura del Coronavirus?)

24 marzo 2020  L'ospedale di Enna si prepara diventare Covid center, si smantellano alcuni reparti che vengono trasferiti al Chiello di Piazza Armerina. Tra gli altri quello di Medicina generale. Due anziani di Pietraperzia vengono trasferiti  al Medicina di Piazza solo dopo due giorni il personale sanitario vedendo peggiorare le condizioni dei due pensa che potrebbe trattarsi di Coronavirus, richiede subito i tamponi. Quando arrivano i risultati di positività uno dei due pazienti è già morto. Nasce il panico nell'Ospedale Chiello che nel frattempo l'onorevole Lantieri ha candidato a centro autorizzato per le analisi dei tamponi. Accuse reciproche, denunce, apertura di un fascicolo da parte della Magistratura, paura tra la popolazione piazzese e quelle dei paesi vicini che hanno ancora il Chiello come punto di riferimento; tre medici del medicina di Enna risultano poitivi! 

Non ci resta che affidarci a San Filippo e a tutti i santi, questo caso fa emergere il pressapochismo, la superficialità, non vorrei dire l'incompetenza, con cui si sta operando in quello che deve restare l'unico ospedale della provincia e getta una luce sinistra sulla nostra sanità di vicinanza. Non ci resta che pregare! Don Carmelo Cosenza organizza per piacere una preghiera collettiva a San Filippo

23 marzo  Il consigliere comunale di Piazza Armerina, presidente della commissione Sanità , nonchè infermiere presso il nosocomio piazzese denuncia in un comunicato stampa l'incapacità del personale di Enna che aveva trasferito a Piazza Armerina i due pazienti che già presentavano i sintomi del coronavirus senza avere fatto prima i tamponi: “ In un momento così delicato per la tutela della salute, imprescindibile al fine di evitare il temuto contagio del virus Covid-19, sono costretto a denunciare l’irresponsabile condotta denotata dai sanitari dell’Ospedale Umberto I di Enna, reparto medicina generale, a danno della nostra comunità. Sono infatti venuto a conoscenza che nei giorni precedenti il personale medico del predetto reparto, abbia sconsideratamente inteso trasferire presso l’ospedale Michele Chiello, due pazienti che presentavano, anche alla luce dell’anamnesi compiuta sin dal ricovero ad Enna, chiari ed incontrovertibili sintomi di positività al coronavirus. Ciò che è sconcertante è che il personale medico dell’Ospedale Umberto I non abbia reputato fondamentale, prima ancora di provvedere al trasferimento, effettuare il relativo tampone di controllo.

22 marzo 2020  Cretina fino al midollo, prima per essere tornata in Sicilia proveniente dal peggiore focolaio di contagio, e poi, con un'incoscienza incredibile, per essere andata a trovare il nonno, mettendo a rischio non solo la sua salute ma anche quella di tutti gli ospiti e del personale che vi lavora! Onore e lode all'Amministrazione della Casa di Riposo di Aidone dove da oltre tre settimane sono state impedite visite di ogni genere. Ai nostri cari vecchietti va un abbraccio affettuoso, mi mancano tantissimo e sono sicura che a loro la nostra presenza manca ancora di più. Ciao Vittoria, Giuseppe, Stella, Nunzia, Francesca, Giovannina, Maria, Daniela... ciao a tutti e tanti tanti baci!

22 marzo 2020 Come la fai la fai è sempre sbagliata! Ma questo è il momento in cui fare i nomi, ufficialmente, giova alla salute di tutti gli altri. In effetti dalle nostre parti vige una specie di consegna del silenzio rotta solo dalla famiglia dell'infermiera che onestamente ha fatto il suo dovere! Credo che abbiamo il diritto di sapere dalle autorità sanitarie preposte come stanno veramente le cose, ed invece si ha l'impressione che continuino a scornarsi sulle riaperture dei reparti degli ospedali di Leonforte, Piazza Armerina, Nocosia, perchè Dio non voglia potrebbero causare il depotenziamento dell'Umberto I di Enna, oppure di fare uscire allo scoperto tutto quello che in modo non sempre limpido si è fatto per concentrarvi tutto a discapito di tutto il territorio. Chi ci ha guadagnato del dimensionamento, del depotenziamento della chiusura di interi reparti e servizi dei tre ospedali se non e solo l'ospedale di Enna?

20 marzo 2020 Oggi l'avviso che anche il Museo Egizio di Torino sarà visitabile virtualmente guidati dal suo direttore. E' una gara tra Musei, Gallerie, mostre temporanee, teatri lirici, sinfonici di prosa, network tv, biblioteche, nel mettere a disposizione delle centinaia di milioni di persone,  costrette a questa permanemza forzata nel chiuso delle case, materiali per distrarsi e avvicinarsi alla cultura alta, anche i bambini sono fatti oggetto di attenzione attraverso ai canali loro dedicati. é' una bella gara, che speriamo non si fermi quando saremo tornati alla normalità.  

20 marzo 2020  12° giorno di un isolamento rumoroso di chiacchiericci spesso futili e fastidiosi. Continuano a frullarmi nel cervello le parole del Poeta. È un invito al silenzio dentro di noi e fuori di noi per riappropriarci della nostra anima. Buona 40ena (a proposito mi sa che questa sarà una vera quarantena, non è necessario inventarci termini più letterali! )

Giacomo Leopardi: L'Infinito

Sempre caro mi fu quest’ermo colle,
E questa siepe, che da tanta parte
Dell’ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e rimirando, interminati
Spazi di là da quella, e sovrumani
Silenzi, e profondissima quiete
Io nel pensier mi fingo, ove per poco
Il cor non si spaura. E come il vento
Odo stormir tra queste piante, io quello
Infinito silenzio a questa voce
Vo comparando: e mi sovvien l’eterno,
E le morte stagioni, e la presente
E viva, e il suon di lei. Così tra questa
Immensità s’annega il pensier mio:
E il naufragar m’è dolce in questo mare.

19 marzo 20  Speriamo veramente che tutto questo dolore ci stia insegnando qualcosa. Intanto a me pare come una di quelle calamità che hanno determinato nella storia dell'umanità la selezione della specie! Ho molti parenti a Bergamo che stanno vivendo questi lutti famigliari, tre mamme ultraottantenni! E terribile pensare che debbano essere contenti che almeno abbiano trovato loro un seppellimento dignitoso, più o meno normale! Non è il massimo ma è uno dei pochi conforti che hanno avuto! Queste foto sconvolgenti, questa disperazione la voglio dedicare a tutti quelli che hanno continuato a dire che si trattava di una banale influenza, quale influenza mai aveva portato alle file infinite nei cimiteri a dover ricorrere ai mezzi militari per trasportare le bare nei cimitero delle città solidali che si sono mostrate disponibili? Mezzi dell’esercito hanno portato una sessantina di bare in forni crematori di Modena, Acqui Terme, Domodossola, Parma, Piacenza e diverse altre città

19 marzo 2020  L'imprenditore aidonese Giacomo CIraso regala guanti e mascherine alla Prorezione Civilie e all'ASP di Caltanissetta

19 marzo 2020 I teatri, i cimema i musei sono tutti chiuse: si cerca di portare l'arte a casa. La mostra di Frida Calho ( ci sarà perfino la mostra d Raffaello a Roma )

17 marzo 2020 SIAMO AL NONO GIORNO DI VITA CASALINGA FORZATA. UNA BUONA LETTURA NON GUASTA!
Con Storia di Mara si conclude il ciclo dei racconti di Lorenzo Pittà che conosciamo dai ritagli di giornali che lui stesso aveva conservato e sui quali li aveva pubblicati, giornali del Nord Italia ma anche la testata regionale siciliana. Nella speranza che il nipote Vittorio Lingenti ne trovi altri inediti. Protagonisti di questa novella sono Mara, una donna dolcissima e bella quanto "disgraziata"..

16 marzo 2020   IL presidente Trump: "Vaccino solo per gli USA in cambio di soldi" Siamo cresciuti nella certezza che il popolo americano sarebbe stato sempre al nostro fianco come nella seconda guerra mondiale, ci stiamo risvegliando amaramente da un incubo divenuto realtà: questo presidente non può essere solo il prodotto di sé stesso, è il pifferaio di un altro popolo americano, quello che prima L'America a qualunque costo senza se e senza ma! La nostra fortuna? Una che per fortuna l'America non è più sola, al suo fianco sono cresciute due grandi potenze che non glielo permetteranno più! La seconda è un mero auspicio, che l'Europa si svegli finalmente dal lungo sonno contrastato solo dalle gelosie, antipatie, scaramucce interne e si decida finalmente a diventare la quarta grande potenza che potrebbe essere! 

12 marzo 2020  Mi ha colpito molto l'appello di fratel Biagio che da Palermo, dalla frontiera delle periferie, si rivolge a tutti noi perchè non dimentichiamo gli ultimi, i trasparenti, in un momento di paura in cui tutto il nostro interesse e la nostra preoccupazione sono riversati su noi stessi .

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COMUNICATO STAMPA
Vogliamo adeguarci a quello che dicono le direttive sia istituzionali sia ecclesiali, tenendo presente la precarietà in cui viviamo. Continueremo a pregare ognuno di noi in forma personale per dare conforto e speranza affinché si debelli questo coronavirus e i tanti mali che ancora oggi soffocano, schiacciano questa umanità. Rivediamo tutti gli errori commessi, soprattutto quelli dell’egoismo e dell’indifferenza. Riconosciamo che vince il Buon Dio non il coronavirus. Ma vi chiediamo aiuto e collaborazione affinché non abbandoniamo i più deboli e chi ci invoca soccorso. In questo momento di grande emergenza è doveroso stare uniti : istituzioni, chiesa, le diverse religioni, i vari popoli, chi crede e chi non crede. Dobbiamo essere più solidali alle varie professioni, al mondo del lavoro, agli operatori sociali, alle scuole e a tutti gli ammalati i medici, gli infermieri e i volontari. Incoraggiamo tutti i bambini e i giovani e anziani penalizzati nella loro libertà.
Fratel Biagio, Padre Pino, tutti i missionari e le missionarie i volontari e le volontarie e tutta la comunità Pace e Speranza.

La cosa più naturale mi è sembrata quella di cercare dal loro sito le coordinate bancarie

Aidone: vita e morte ai tempi del Covid19

Aidone 24.03.2020. Moltissimi aidonesi ieri sera si sono uniti in preghiera davanti ad uno smartphone o ad un pc e hanno acceso una candela, oggi a mezzogiorno ancora si sono ritrovati a recitare una preghiera mentre una donna molto conosciuta ed apprezzata, la maestra Lia Evola, stroncata la notte del 22 da un infarto, veniva accompagnata dai suoi soli famigliari al cimitero. Un mesto ufficio, una breve benedizione della salma e via, i cancelli del cimitero si sono di nuovo serrati alle loro spalle. Oltre un migliaio di persone si è collegato in diretta facebok per la messa in suffragio celebrata nella Chiesa di Santa Maria La Cava da don Carmelo Cosenza; da Aidone e da qualunque parte del mondo, dove ci sia un aidonese, sono arrivate le condoglianze e la sincera partecipazione al dolore dei famigliari per questo evento che è ancora più luttuoso perché non trova il conforto corale: quei saluti, abbracci, baci che a volte possono apparire fastidiosi ma che sono il primo passo nella elaborazione del lutto, nel prendere coscienza che quanto è accaduto non è solo un brutto sogno ma una mancanza, un vuoto con il quale dovranno convivere per il resto della vita. E tutto ciò invece deve essere vissuto nella più grande solititudine. Questo è ancora più terribile nelle aree del nord focolaio del Coronavirus, dove la gente continua a morire con “tutti i sensi”, cosciente di quanto sta accadendo, nell’isolamento totale interrotto da medici e infermieri bardati come astronauti, senza che nessun caro possa tener loro la mano, consolarli, accompagnarli. E i parenti? Costretti, per sapere qualcosa sulle condizioni dei loro cari, a rincorrere attraverso il telefono infermieri e medici troppo stanchi o disperati per potere rispondere, finché non arriva la telefonata fatale che li invita a trovare una soluzione, per trovare una qualunque sepoltura al parente già composto nella bara che riusciranno a vedere da lontano; e devono ritenersi fortunati se riescono a trovargli un posto al cimitero, non quello a cui il defunto aveva pensato in vita quando chiedeva di essere sepolto accanto al marito, alla moglie, ai genitori, ai figli; no, in un cimitero qualunque dove ci sia un posto libero. Finché devono prendere atto che posti non ce ne sono più e dai balconi assistono alle lunghe teorie di bare trasportate dalle camionette dei militari per destinazioni sconosciute. É una tragedia che sembra non avere mai fine. (Purtroppo ne parlo non per sentito dire ma per l’esperienza diretta dei miei tanti parenti e amici che abitano nel bergamasco e da cui ho raccolto l’esperienza del loro dolore!) E ora sappiamo che anche noi dobbiamo prepararci a contare i nostri contagiati e i nostri morti, ma non nutriamo la stessa fiducia nel nostro corpo medico e nelle strutture ospedaliere di riferimento nelle cui mani abbandonarci certi che faranno il meglio per noi. Assistiamo a leggerezze imperdonabili, a palleggiamenti di responsabilità, ad una mancanza di regia, ad una confusione che non promette nulla di buono. Non ci si fida di nessuno e si ha la terribile coscienza che i sacrifici fatti finora, l’isolamento coatto che dura da oltre dieci giorni, sia stato vanificato dall’arrivo del virus che ci portano i nostri figli, i nostri nipoti, troppo spaventati per affrontare la solitudine nei posti dove hanno trovato lavoro e dove, una volta a casa senza lavoro o senza lezioni, si sono sentiti ancora più soli ed indifesi, mentre dagli ospedali, dalle case di cura e dalle case private ogni giorno vedono uscire decine e decine di bare! Comprensibilissimo ma non giustificabile, chissà magari avremmo potuto cavarcela, ed invece?

Questa è la terza settimana di quello che ogni giorno di più va trasformandosi nell’incubo del secolo, tale che neppure un romanzo distopico avrebbe potuto immaginare. Chi avrebbe potuto mai, senza farsi prendere per pazzo, ipotizzare che un virus più piccolo di un granello di polvere avrebbe bloccato tutti gli ingranaggi della vita economica, industriale, sociale, religiosa, sanitaria del pianeta? Un granello di polvere, dal diametro di 80-160 nanometri (un nanometro è un miliardesimo di metro, un milionesimo di millimetro!) ha messo in scacco i più grandi eserciti del mondo. Da un giorno all’altro ci siamo trovati tutti proiettati un una dimensione che è al di là di ogni immaginario. Noi le generazione dei diritti ci siamo ritrovati privati del diritto primario, la libertà. Anche gli Stati più riottosi hanno dovuto inchinarsi a sua maestà il virus, Spagna, Francia, Regno Unito, Stati Uniti, hanno dovuto applicare il “metodo italiano” tanto criticato per fronteggiare il contagio. Impressionante vedere le piazze più famose del mondo, Piazza San Pietro come gli Champs Elysées, la piazza della Costituzione a Città del Messico come la piazza del Nulla, Jamaa el Fna, di Marrakech, tutte spaventosamente vuote; vuote le metropolitane, gli aeroporti, le autostrade, le stazioni, i tram e gli autobus, i taxi che continuano a girare per le città deserte, chiusi i bar, ristoranti, cinema, teatri, stadi, negozi, laboratori artigianali ed industrie! Un virus grande un milionesimo di millimetro ha sconvolto la vita di miliardi di persone, ne ha colpito oltre 350.000, ucciso oltre 15 mila nel mondo. E sembra ancora lontano il momento in cui potremo riprendere la nostra vita normale. Siamo bombardati da informazioni contrastanti, fake news che tali sono o forse no, teorie complottiste, rassicurazioni o intimidazioni minacciose. In ore e ore e ore di trasmissioni televisive medici, virologi, patologi, statisti, politici, tuttologi e chi più ne ha più ne metta sono tutti insieme a pontificare, a litigare e ti chiedi se la loro opera non sarebbe necessaria in quei laboratori che dicono di dirigere piuttosto che per fare gli ospiti a tempo pieno. Ogni volta che segui uno di questi programmi fiume, qualunque sia, resti con l’impressione di non avere capito nulla, e quando avevi compreso qualcosa ci pensa la prossima trasmissione a smontarlo. Una sola cosa abbiamo capito #dobbiamorestareacasa, ma con tutte le precauzioni del caso non dobbiamo lasciare soli gli anziani, gli ammalati – già perché le altre malattie non spariscono con il Kovid19-, le persone sole. A volte basta una telefonata per farli sentire meno soli, dare loro la propria disponibilità a sbrigare qualche piccolo servizio per fare capire che la loro sorte interessa a qualcuno e che se vogliono c’è sempre un amico che possono chiamare per non sentirsi troppo soli. Non possiamo nutrire l’illusione che dopo questa prova cambi qualcosa, ma certo ci sta mettendo nelle condizioni di vivere sulla nostra pelle le restrizioni di chi è costretto da sempre a vivere fra quattro mura a causa di una malattia,+ o di un handicap, ci sta mostrando quali sono le cose importanti della vita e quali quelle surperflue, ci sta facendo vedere i cieli della Cina e dell’Europa finalmente puliti con la riduzione di tutti i fattori inquinanti, e, per il bene dell’umanità sarebbe utile ricordarlo: non possiamo ricominciare come se nulla fosse successo. Amen!    pubblicato su Vivienna.it 

Covid19. Il morbo democratico della globalità

Su Vivi Enna oggi è stato pubblicato questo mio articolo, è una mia personale riflessione sull'argomento che non ha nessuna pretesa di dare pareri a chicchessia o criticare questo o quella iniziativa tranne quella degli incoscienti che stanno rientrando dal Nord. Speriamo che la Sicilia si comporti come la Puglia che sta già intercettando quanti inopinatamente stanno mettendo a repentaglio la sicurezza di tutto il Meridione. Ringrazio quanti avranno la pazienza di leggermi e di volere commentare. Buona giornata di questo Otto Marzo strano e all'insegna della privatezza.

Covid-19. Il morbo democratico della globalità
Mi sveglio, oggi domenica otto marzo, accendo la TV e mi trovo davanti alle immagini delle stazioni milanesi prese d’assalto dai nostri giovani, che da tutto il Meridione sono partiti per il Nord per occupare posti precari nelle scuole nei bar e ristoranti o in altri servizi, e che ora prendono d’assalto i treni che partono verso il Sud, in una vera e propria fuga incontrollata, senza neppure perdere il tempo per acquistare il biglietto di viaggio. E mi chiedo se queste persone hanno coscienza del fatto che le nostre regioni, quasi miracolosamente rimaste ai margini dei grandi focolai di contagio, oggi rischiano con la loro accoglienza di perdere questo primato e di veicolare il contagio nelle loro famiglie e nei loro paesi! Non voglio soffermarmi su questo perché mi auguro per tutte le nostre comunità che vengano immediatamente prese delle precauzioni, questo spetta alle autorità sanitarie, alla protezione civile e agli amministratori locali, nella speranza che siano all’altezza della situazione.
Mi permetto di fare qualche riflessione sul modo in cui questo moderna “peste” sta cambiando le condizioni di vita, le prospettive, le ambizioni dei singoli e dei popoli anche lontanissimi tra loro. Una moderna peste che sta mettendo in crisi tutte le nostre sicurezze, che fa emergere le nostre fragilità, che deflagra producendo effetti paragonabili a di quelli una bomba atomica. Che ha messo in crisi le sicurezze dei potentati economici in continua ascesi, delle economie di quegli Stati il cui PIL sembrava non potersi fermare, che entravano nel panico per qualche zero virgola di frenata. Una “influenza” che sta influenzando in modo funesto la produzione mondiale di beni, mettendo in luce le strette interconessioni e dipendenze delle manifatture di ogni parte del mondo.
Il primo risveglio l’abbiamo provato davanti alla constatazione che le nostre manifatture dipendono dalla Cina e in genere dai paesi dell’estremo oriente, India compresa, per qualunque materia prima e di base: dal tessile, al meccanico, al farmaceutico, all’informatico. Ci siamo scoperti semplici assemblatori di componenti prodotti altrove, e se l’altrove non vuole o non può fornircelo la nostra produzione va in malora! Le nostre tre regioni più ricche e all’avanguardia si sono ritrovate bloccate non solo dal virus ma dalla mancanza di quelle forniture che permettono alle macchine di lavorare. Il re è nudo!
Il primo momento del contagio, quello che sembrava circoscritto ai cinesi -che ci si augurava che lì restasse- aveva da una parte scatenato diffidenza e paura ma dall’altro anche una corsa solidale con l’invio di mascherine, prodotti farmaceutici, personale medico volontario. La
scoperta che il virus può deflagrare in modo quasi inatteso in qualunque posto del mondo ha frenato la solidarietà, ha indotto privati e governi a tenere per sé tutto ciò che potrà aiutare ad affrontare l’eventuale contagio. E questo si è rivelato in maniera particolarmente triste e sconfortante tra i paesi europei, paesi che si dicevano fratelli hanno ricostruito e chiuso le frontiere, hanno impedito “l’esportazione” di mascherine e medicinali, hanno distrutto in pochi giorni quello che faticosamente si era costruito in tanti decenni.
É emerso in tutta la sua gravità il grande dimensionamento che ha subito la sanità pubblica in questi anni sacrificata sull’altare del risparmio. E ci si chiede: se la sanità lombarda, veneta, emiliana, che è state il fiore all’occhiello dell’Italia sta lanciando un grido disperato di aiuto, cosa sarebbe successo se il virus fosse scoppiato al sud? Saremo stati in grado di affrontarlo ? Con gli ospedali minori fortemente dimensionati e sull'orlo della chiusura, il personale e le forniture ridotte all’osso, il personale incoraggiato al pensionamento e mai sostituito, in che modo avremmo potuto affrontarlo? O meglio in che modo lo affronteremo se nel prossimo futuro si presentasse con la stessa virulenza con cui si è palesato al Nord?
Ma questa pandemia non dichiarata ha messo in luce anche degli aspetti positivi:
- scienziati e ricercatori di tutto il mondo lavorano per risolvere lo stesso problema scambiandosi informazioni e scoperte in una gara contro il tempo per trovate l’antidoto, il famigerato vaccino tanto contrastato in questi anni!
- la Chiesa, che in altri momenti affrontava i grandi pericoli con la solidarietà e con la preghiera comunitaria, in cui più siamo più la preghiera sale al cielo in modo efficace, è stata la prima ad adeguarsi alle nuove direttive governative. Ha proibito per tempo gli assembramenti, ha sospeso le feste, le processioni, i riti che possano affollare le chiese, i luoghi pubblici e privati, invitando alla preghiera personale anche con l’aiuto della TV. Ha dato veramente prova di grande civiltà e responsabilità!
- Anni e anni di corsi di aggiornamento, di parlare efficacemente o a vanvera di E learling, sono finalmente giunti alla prova dei fatti e le scuole e i docenti, volenti o nolenti, con il prolungamento sine die delle vacanze forzate, stanno per confrontarsi con l’insegnamento a distanza per non perdere il contatto con gli studenti e soprattutto per non permettere che questi ultimi continuino a perdere ore e ore di lezioni, di verifiche e valutazioni.
- E infine, perché no? Sovranisti, nazionalisti, razzisti di tutte le razze stanno sbattendo il muso contro le loro stesse affermazioni e principi, questa deve essere la lezione più forte che dovremmo augurarci, che gli effetti siano di lunga durata e che tolgano il terreno fertile che ha nutrito i loro mostri. pubblicato su Vivienna