SAN FILIPPO DI AIDONE - SUGGESTIONI 2018

Quest’anno ho vissuto il San Filippo quasi come fosse una prima volta, con cognizione di causa direi! Prima di tutto l’arrivo delle reliquie un piede attribuito a San Filippo Apostolo e un frammento del femore appartenente a San Giacomo. Molto suggestivi gli input dati dal parroco della Basilica dei Santi Apostolo di Roma, frate Agnello che, nella sua omelia in occasione della ostensione della reliquia di San Filippo Apostolo, portata dallo stesso su concessione del Vicariato Romano, ha messo a fuoco alcune questioni, alcune ricorrenze e coincidenze. Le sante reliquie degli Apostoli Filippo e Giacomo cugino di Gesù, vescovo di Gerusalemme (Giacomo di Alfeo per distinguerlo da Giacomo di Zebedeo fratello di Giovanni, morto per lapidazione se si identifica con Giacomo il Giusto, vescovo di Gerusalemme) arrivano a Roma nel VI secolo sotto il papato di Pelagio I per volere di Giustiniano che a questo aveva affidato la rinascita di Roma giunta al suo minimo demografico dopo decenni di guerre, carestie, pestilenze... Le principali chiese ormai erano fuori dal centro abitato, la nuova basilica viene costruita nel cuore dell’antico centro della capitale dell’impero… 

I due santi, si replica l’auspicio del numero due: due i fondatori di Roma, due i fondatori della chiesa romana, due i rifondatori… La ricognizione del 2016, con l’uso delle moderne tecnologie ha confermato i dati della tradizione ed ha messo in evidenza alcuni aspetti nuovi: - la TAC e le analisi al carbono 14 hanno confermato che il piede, mummificato in modo naturale, appartiene ad un uomo vissuto nel 1° secolo dell’era cristiana; - il piede è quello di un uomo che ha camminato tanto! - il piede porta chiaramente i segni della presenza di due chiodi, compatibili con quelli conosciuti da crocifissione, che confermerebbero la tradizione che vuole che l’Apostolo Filippo abbia subito il martirio per crocifissione a testa in giù. - - il parroco: “da quando nel 2016 è avvenuta la ricognizione sembra che gli Apostoli scalpitino...”

AIDONE: La reliquia del piede di San Filippo Apostolo attende quest’anno i pellegrini del “viaggio”.

Un evento eccezionale attende quest’anno i tantissimi fedeli che da tutta la provincia e oltre si apprestano al pellegrinaggio a San Filippo Apostolo di Aidone: troveranno ad accoglierli una reliquia del Santo che, nell’offrirsi alla loro venerazione, racconterà quasi due mila anni di storia, della storia di un santo amatissimo non solo in tutto il mondo cattolico ma anche presso tutte le altre chiese cristiane, testimonianza di una devozione che non ha mai conosciuto interruzioni nel corso dei secoli.

Il culto di san Filippo Apostolo in Aidone ha origini remote, della sua importanza abbiamo contezza, con certezza, solo a partire dal 1635 quando, il 10 maggio, a Regalbuto, viene benedetto dal Vicario Capitolare Vincenzo D’Amico il reliquiario d’argento di San Filippo che contiene anche le reliquie di San Giacomo Minore. Il reliquiario fu accolto in Aidone con grandi feste. Ugualmente antica è la sua fama di santo taumaturgico, oggetto di pellegrinaggio dai paesi viciniori ma anche più lontani fino alla provincia di Messina. E ora la storia in qualche modo si rinnova.

Il parroco di Santa Maria La Cava, la chiesa che in Aidone ospita la cappella santuario di San Filippo, u Niru, come lo chiamano a causa del colore nero con cui si presenta nelle parti scoperte del viso e delle mani; il parroco, Don Carmelo Cosenza, trovandosi a Roma e avendo visitato la basilica dei Dodici Apostoli, dove dall’autunno del 2016 sono esposte le reliquie, ne ha fatto richiesta al parroco don Agnello Stoia; in via del tutto eccezionale il Vicariato di Roma ha dato il nulla osta affinché la preziosa reliquia sia portata in Aidone, direttamente dal Rev. Padre Stoia, per la prossima festa. La reliquia, attribuita a San Filippo, consiste in un piede che porta evidenti segni del chiodo da crocifissione, compatibili con la tradizione che vuole che l’Apostolo sia morto da martire, crocifisso a testa in giù. In occasione della ricognizione ordinata da Papa Francesco nel 2016, oltre al piede di San Filippo e un grosso frammento di femore attribuito a San Giacomo Minore, sono stati rinvenuti frammenti di ossa e denti e le ceneri di tessuti appartenenti a paramenti sacri. Le reliquie giunsero a Roma nel VI secolo, da Costantinopoli, per volere di Pelagio I (papa dal 556 al 561), che li volle custodite nella basilica che lui stesso fece costruire intitolandola ai Santi Filippo e Giacomo (solo più tardi la basilica sarà intitolata ai Santi Apostoli ed infine ai Santi XII Apostoli). Da allora hanno avuto la loro tomba nella cripta; qui sono state sottoposte a ricognizione nel 1879 e poi nel 2016. Nel corso di questa ultima ispezione sono state adoperate le tecniche più sofisticate che hanno dato conferma della loro veridicità storica, del fatto cioè che le ossa risalgano alla fine del primo secolo. Secondo la tradizione San Filippo morì nell’ottanta a 85 anni, l’età veneranda non gli risparmiò il terribile martirio sotto l’impero dei Flavi; la sua fama di guaritore era molto diffusa, anche mentre era ancora in vita, e la sua tomba a Hierapolis fu meta di pellegrinaggio da tutto il mondo cristiano ancora nel medioevo, quando la città era stata abbandonata e le ossa del Santo erano state trasferite prima a Costantinopoli e poi a Roma. Delle tomba originaria si erano perse le tracce e molti archeologi l’avevano cercata tra le rovine di Hierapolis, in Turchia dove era stato individuato il Martyrion. Solo nel 2012 il professore Francesco Andria, che, a capo di una missione archeologica aveva condotto per anni degli scavi a Hierapolis, la capitale dell’antica Frigia, comunica al mondo di avere trovato la tomba di san Filippo al centro di una Basilica a tre navate, rifinita e decorata in modo molto raffinato, e cosa ancora più straordinaria la scoperta di tutto un complesso di edifici sacri, lavacri, alloggi per i pellegrini, un’ampia strada processionale, insomma un complesso archeologico che occupa un’intera collinetta tutta dedicata al culto del santo il cui nome più volte ricorre nei graffiti ritrovati. Un’altra coincidenza: Aidone festeggia da sempre San Filippo il primo maggio, in questa data si celebra la traslazione delle reliquie nella basilica dei santi Apostoli, avvenuta durante il pontificato di Giovanni III, il successore di Pelagio, papa dal 561 al 574. Anche quando la chiesa cattolica assegna definitivamente il 3 maggio alla festa dei due apostoli, Aidone continuerà a celebrarla il primo maggio come ha fatto da sempre. L’accoglienza e l’ostensione delle reliquie avverrà nel corso di una solenne cerimonia la sera del 28 aprile, ed anche la chiesa, in genere molto sobria, è stata addobbata per l’evento eccezionale. Resteranno esposti alla venerazione dei fedeli nei tre giorni seguenti, dal 29 aprile all’1 maggio. pubblicata su Vivienna il 25 aprile 2018

SUGGESTIONI: LE IMPRESSIONI DEL PARROCO DEI SANTI APOSTOLI DI ROMA, FRATE AGNELLO, PUBBLICATE SULLA PAGINA FACEBOOK DELLA BASILICA

30 APRILE ORE 21. "Sono quasi le undici di sera e fuori al santuario c’è grande folla di gente che cerca di entrare. Mi dice don Carmelo, il parroco da cui sono stato invitato, che sarà così ininterrottamente, fino all’una di stanotte. Poi il fiume di pellegrini continuerà a scorrere ma più fluido, fino all’alba. Poi riprenderà a intensificarsi per tutto il giorno di domani, raggiungendo l’apice al momento della processione della statua del santo per le vie del paese. Per far scorrere in modo ordinato e composto questa devota processione di fedeli che vogliono vedere il santo, toccarlo, porre sulla sua statua le ‘zigaredde’ da tenere con sè, in casa, in auto..., il santuario è stato per metà sgombrato di ogni cosa, persino delle porte. Sono infisse nel pavimento delle transenne ricoperte di drappi che creano due corridoi che vanno verso il santo. A metà sono poste le reliquie che abbiamo portato da Roma, poi la statua che tutti vogliono - e possono - toccare, baciare... alcuni volontari sollevano i bambini e li presentano a Filippo, o raccolgono dai fedeli le zigaredde per passarle sulle mani dell’apostolo.

Più avanti c’è lo spazio dove si possono bruciare i ceri mentre sulla parte opposta si può uscire da una porta laterale. Poi, in quel che resta del santuario, ancora ci sono in banchi dove i fedeli che desiderano si possono fermare per partecipare alla messa. Come si riempie di pellegrini ne inizia una. Anche poco fa.. 

C’è poi qualche altro piccolo spazio del santuario dove i pellegrini possono riposare un attimo e rinfrescarsi, usare i bagni. Tutto è a loro servizio. 
Mi dice don Carmelo che il paese intero si mobilita per dare assistenza ai pellegrini.

Scambio due battute con Patrizia, una simpatica ragazza armata di una macchina fotografica professionale. Ha scattato molte foto per le vie di campagna che salgono all’arce del paese: arrivano dappertutto, appoggiati ai bastoni, da ogni via a seconda delle direzioni di provenienza: Enna, Nicosia, Raddusa, Mirabella Imbaccari, Pietra Perizia, Piazza Armerina, Barra Franca, San Cono, San Michele di Ganzeria, Caltagirone... paesi più vicini come Valguarnera Caropepe si svuotano. Si va dai 16 km ai 60 di Nicosia. La media è sui 40. Patrizia mi passerà un po’ di materiale che sarò felice di condividere...

Non saprei da dove cominciare... Raccontarvi di Aidone, delle bellezze della Sicilia, di quest’aria pulita, del verde circostante, della storia degli italici dei greci dei romani... qui c’è tutto, anche l’eccellenza: a due passi la villa del casale romano di Piazza Armerina; la città di Morgantina, con la sua Venere (o piuttosto Demetra). Ma non sono venuto qui per questo. E queste bellezze ho potuto ammirarle, rubarle in fretta, grazie alla calorosa e accogliente ospitalità dei due parroci di Aidone, don Carmelo e don Massimo, ad Angela Rita che ci ha fatto da guida, ad Anna e Paola che ci hanno accompagnato e hanno cucinato divinamente... in fretta prima che arrivasse il fiume di pellegrini, un appuntamento annuale atteso come una piena stagionale.  Senza fare pubblicità, senza l’evento di un ’cantante famoso’ per la festa del paese... a chiamare tutti è san Filippo apostolo, è lui la silenziosa calamita che porta qui decine di migliaia di persone, come la sorgente dove sono nati attira i salmoni che risalgono la corrente.

Una trentina di persone, tutti giovani che venivano da bambini con i loro genitori. Ora sono sposati con figli, vengono pellegrini come i loro padri e i loro nonni. E sperano che i figli raccolgano questa eredità di fede. Nicosia è a 65 km tagliando per i boschi (80 stradali) sono partiti ieri sera all’una e sono arrivati alle 16.30. Hanno portato un pane a forma di piede per onorare Filippo nella reliquia che ho portato da Santi Apostoli. Il gruppo partecipa poi alla messa: abbiamo cominciato a celebrare a turno dalle quattro del pomeriggio, ininterrottamente, un gruppo va e uno viene, un prete celebra e gli altri confessano. I pellegrini portano dei pani come ex voto, li fanno a forma di persone. Il pane è poi distribuito agli altri pellegrini: ognuno ne ha un pezzo ricordando il miracolo della moltiplicazione.

Sono davanti alla chiesa ad osservare i pellegrini che arrivano di continuo. Tante famiglie con bambini piccoli, tanti giovani, anche anziani. Tutti con le “zigaredde” in mano (sono striscette di stoffa colorate, un retaggio dei brandea che i primi cristiani usavano come reliquie per contatto) o con lunghi ceri: se hanno ricevuto la grazia la zigaredda presa l’anno precedente viene legata al cero votivo.  Alcuni baciano la soglia della chiesa, altri si tolgono le scarpe ed entrano a piedi nudi... Una donna mi abbraccia commossa. C’è l’ho fatta! Da dove vieni? Da Caltagirone. E quanti Km hai percorso? 40! Mentre sto per pubblicare questi flash, così come mi vengono, arriva un gruppo di persone da Piazza Armerina con delle forme di pane. Ex voto, due hanno forma di persone, una più grande raffigura una donna con un pendente a forma di cuore, poi un pane che raffigura una coppia di reni, un piede, una pancia... Se non faccio in tempo a pubblicare questo post - con non so quante foto a corredo - mi sa che arriva un altro gruppo con qualcosa di speciale che attiri la mia attenzione, qualche pellegrino con una storia particolare...

 https://www.facebook.com/basilica.santi12apostoli/

ROMA 28 APRILE 2019 - Sono semplicemente il parroco di Santi Apostoli, a servizio di Filippo e Giacomo

Tra poche ore sarò di nuovo in viaggio con Filippo e Giacomo... da quando è stata fatta la ricognizione è come se avessero di nuovo fretta di rimettersi in cammino: essi si aprono strade, in ogni direzione. A Oriente (Smirne), a Occidente (Montevideo), adesso a Mezzogiorno: Aidone, un piccolo paese nel cuore della Sicilia.  Domani ancora in viaggio per portare a migliaia di fedeli le loro reliquie (il piede di Filippo e il femore di Giacomo). Anche le loro ossa, segnate dalla corruzione della morte, annunciano con forza la resurrezione del Signore! Mi domando a quanti cuori semplici parleranno, quante preghiere ascolteranno, quanta gente consoleranno, quanti cuori induriti scioglieranno... Organizzando i file della ricognizione non sapevo come archiviare la documentazione di queste attività... ho chiamato la cartella “Le vie degli apostoli”. Loro aprono sentieri, loro li percorrono, loro spalancano porte... Arrivano richieste che paiono assurde, si ottengono permessi inaspettati, si risolvono tutti i problemi che avevi messo in fila uno per uno... Aidone è l’ultimo esempio. Io? Sono semplicemente il parroco di Santi Apostoli, a servizio di Filippo e Giacomo!  P.S. Sapete quale è il codice identificativo della nostra parrocchia qui a Roma? 007

AIDONE. PELLEGRINAGGIO COMUNITARIO AL SANTUARIO DI SAN FILIPPO APOSTOLO

AIDONE 24 APRILE 2011 - Chiuso il periodo pasquale con la Giunta e la pasquetta, Aidone si prepara all’altra grande solennità che connota il suo anno liturgico, la festa di San Filippo Apostolo che si celebra il 1° maggio. Gìà festeggiarlo in questa data è una peculiarità tutta aidonese, infatti il Santo si festeggia il 3 maggio nella tradizione occidentale e il 14 (ortodossa) o il 18 (copta) novembre nella tradizione orientale. La nostra data ricorda invece la traslazione delle reliquie dei SS Filippo e Giacomo nella Basilica dei dodici Apostoli sotto il pontificato di Giovanni III (561-574). La festa aidonese è stata caratterizzata da sempre dall’affluenza di migliaia e migliaia di pellegrini che a piedi o ogni mezzo compiono il “viaggio” giungendo da gran parte della provincia di Enna, e dai paesi viciniori delle altre province, per impetrare grazie, ringraziare di quelle ricevute o semplicemente per un atto di devozione. Sono talmente tanti che la stessa festa è organizzata tenendo conto del grande affollamento e nei tempi passati se ne celebrava un’altra il 28 maggio per i soli aidonesi!

Gli aidonesi da molti anni, sentendo il bisogno di fare anch’essi un pellegrinaggio pari a quello dei forestieri, si portano a Piazza Armerina, alcuni addirittura ad Enna, e da lì a piedi tornato in Aidone, “consegnando il viaggio” al santuario con la venerazione del santo. Da qualche anno ne viene organizzato uno comunitario,

Come ci fa sapere don Carmelo Cosenza, il parroco di Santa Maria La Cava, la chiesa che ospita il Santuario di San Filippo, i festeggiamenti si aprono, appunto, il martedì 26 aprile con un pellegrinaggio comunitario che parte dal bivio Bellia (a sette km da Aidone e nei pressi di Piazza Armerina) e giunge in serata al Santuario. Il pellegrinaggio quest'anno sarà guidato dal vescovo di Piazza Armerina, mons. Michele Pennisi; si muoverà alle ore 17.30, con la benedizione dei pellegrini dal crocifisso della Bellia; il corteo accompagnato dal canto dei salmi ascensionali, percorrerà i 7 km fino al Santuario, dove il Vescovo celebrerà la Messa e impartirà la benedizione con il reliquiario del Santo Apostolo. Per accompagnare i pellegrini da Aidone alla Bellia sono disponibili dei bus navetta, che dalle 16.45, si muoveranno dalla piazza gen. Cultreri. Il pellegrinaggio è organizzato dalla parrocchia Santa Maria La Cava - Santuario San Filippo apostolo e lo scorso anno ha visto la partecipazione di circa 300 persone. Da mercoledì, continuerà la preparazione alla festa, con la tradizionale predicazione tenuta quest’anno da don Giacinto Magro. Per accogliere i pellegrini già dalla vigilia (sabato 30) della festa, il santuario aprirà alle ore 7.30 e resterà aperto anche durante la notte tra il trenta e l’1 maggio e per tutto il giorno; saranno celebrate Sante Messe per tutti i pellegrini. Domenica 1 maggio, festa di san Filippo Apostolo, dopo la messa solenne (11.30) avrà luogo la processione per le vie cittadine con il simulacro di S. Filippo apostolo, chiamato da molti il Nero per il pigmento che ne colora il viso e le mani. F. Ciantia PUBBLICATO SU VIVIENNA

Sanastru?

A festa du sanastru Gaetano Masuzzo (Mercoledì, 01 Maggio 2013)

Oggi tanti Piazzesi faranno il viaggio di pellegrinaggio a San Filippo Apostolo. Era tradizione, oggi un po' meno, portarsi in ricordo da Aidone 'na zagarèdda (nastro colorato) di cui ne vediamo 'ngiùmm (un mazzo) in primo piano nella foto. Il prof. Ignazio Nigrelli nel suo libro Piazza, l'ambiente naturale… del 1989 a p. 188 ci fa sapere che: “Il primo maggio, infatti, è consacrato a San Filippo Apostolo, patrono della vicina Aidone, ma oggetto di particolare venerazione in tutta la Sicilia centro-meridionale, per cui migliaia di devoti quel giorno percorrono a piedi, e talvolta scalzi, fino a trenta o quaranta chilometri per andare ad invocare qualche grazia o per ringraziare il Santo di averla ricevuta. Piazza Armerina nel passato partecipava maggiormente all'atmosfera festiva della città vicina, non soltanto con i suoi pellegrini, ma anche installando lungo la strada della Bellia fino al bivio per Aidone decine di bancarelle a disposizione delle migliaia di fedeli che facevano u viaggiu a S. Fulippu attraversando o sfiorando la città e non mancavano le frotte di buontemponi che esercitavano il loro spirito mordace a danno dei contadini, specialmente di Barrafranca, che facevano il viaggio per farsi curare dal santo l'ernia di cui erano affetti. -"Sanastru?"- chiedevano loro ridacchiando con espressione in dialetto piazzese per altri poco chiara che, derivando da sanst'vu, significava "Vi siete sanati", cioè "guariti?", ma alludeva anche all'altro senso della parola siciliana "sanari" presente nell'espressione "sanari u maiali"¹. Da ciò il nome di festa du sanastru con cui si ricorda ancora oggi tale giornata, anche se non sono molti ormai che ne capiscono il significato originario ”.

¹ In siciliano Sanari = Castrare.

https://www.cronarmerina.it/come-eravamo/tradizioni/item/651-a-festa-du-sanastru

 

Sanastru? di Lucia Todaro

Sanastru? Di Lucia Todaro

Sanastru
È na parodda
ch' nan s' sent ciù...
Na parodda d' brï...
d' cunt' ntëzza...
d' giö...d' libertà ...
bonavulènza..
fidi e sp'ranza.
Ma aöi ch' simu tutti
mësi ô cant...
viàdi muti
com ad â strania...
sta paròdda
com a na puisìa...
mparada d' carusgi...
s'avëssâ r'p'gghiè
cu tanta bramusìa:
Sanastru...sanastru...
' nt sta prima d maiu...
n ' putöma sauvè!