Aidone: cosa c'è da vedere?
AIDONE "Fertilissima Civitas" - Luigi Gensabella 1961
Sui monti Erei, o vecchia Aidone
culla d’Arconide e San Leone,
sorgi protesa come una prora
nel vuoto, e un’aquila regia t’onora
Le tue casette, caro Paese,
sembrano perle senza pretese:
di pietra rossa, di gesso e argilla,
fanno un diadema che al sole brilla.
Par con le mani che il cielo tocchi,
nell’infinito protendi gli occhi
e, come in estasi, inno d’amore
rendi, gratissima al Creatore!
Sembri dal mondo fuori e lontana
e il mondo miri, l’Etna e la “Piana”,
il Gornalunga che a volte inquieto
nel mare placasi con il Simeto.
Ma sogni un fiume -alfine pago
d’esser benefico- con il suo lago;
e sogni intorno orti e giardini
e visi lieti di contadini.
Spesso la nebbia, umida e fitta,
come una cupola, domina invitta;
il vento scuote la chioma verde
dei boschi e l’eco lungi disperde.
Però ti allietano belle giornate:
l’inverno è rigido, mite l’estate.
Fra le agognate umane mete
sei vero porto di pace e quiete.
Partì Plutone da questo colle,
vinto dal fascino, d’amore folle,
e con l’auriga, in un baleno,
giunse a Pergusa, laghetto ameno.
Presso la riva, bella ed ignara,
stava Proserpina con Ciane cara:
ghermì la bella come una rosa
e nel suo Regno la fe’ sua sposa.
Fra Serra Orlando e Cittadella,
c’era una volta, fiorente e bella,
una metropoli sicula ignota,
sepolta sotto detriti e mota.
O città sicula - greco - latina
sarai tu Erbita o Morgantina?
Potran gli archeologi svelar davvero
e alfin lo storico grande mistero?
Già nella mota stanno scavando
ed alla luce stan riportando
superbi avanzi - segni di lotte -,
monete ed anfore di terrecotte.
Nel seno, Aidone, serbi memorie,
ruderi antichi, antiche glorie:
strade romane, greche scalee,
mosaici splendidi, templi, moschee.
Il “Castellaccio”, storico teste,
sfida da secoli venti e tempeste:
ricorda ai posteri fulgidi gli anni
sotto gli arabi, sotto i Normanni.
Durante i secoli del tuo passato
cristiana fede hai professato:
furono artefici pur le tue genti
di monasteri, chiese e conventi.
C’è una chiesetta fuor l’abitato,
un Crocifisso vi è venerato:
il Sacro Legno, con mano pia,
scolpì Fra’ Umile da Petralia.
Di san Filippo miracoloso
èvvi un Santuario noto e sontuoso:
i pellegrini, grati e devoti,
vengonvi a sciogliere i loro voti.
La “fertilissima” fosti chiamata
e ricca e prospera sei sempre stata
d’artigianato, d’agricoltura,
di zolfi e marmi, d’arte e cultura.
A moti e guerre dell’Ottocento
desti, per l’Italo, Risorgimento,
l’opera valida di cittadini
illustri o semplici garibaldini.
Filippo Cordova, grande statista,
ne fu il maggiore protagonista:
patriota ed esule, tuo vanto e gloria,
figlio più illustre della tua storia.
Della tua storia sei prorio fiero
e t’amo, Aidone, t’amo davvero;
e la Sicilia, che tanto ammalia,
amo e, con essa, tutta l’Italia.
*** Non c'è studente degli anni cinquanta-sessanta del Novecento che non abbia studiato a memoria questa poesia scritta dal maestro Luigi Gensabella. Un inno d'amore al suo paese dove esercitò per molti anni la sua professione di maestro elementare. Sfogliando tra le tante scartoffie l'ho ritrovata, ed è stata una vera gioia. Fu stampata, a mò di opuscolo, dalla tipografia Spagnolo di Enna nel 1961 e distribuita a maestri ed amici. Il "fertilissima civitas" campeggia nello stemma di Aidone. Ho un bel ricordo del maestro Gensabella, lui insegnava nelle classi maschili ma gestiva una piccola biblioteca scolastica in una specie di magazzino in via Fratelli Palermo, accanto alla "Latteria". Io ero un'abituale frequentatrice e divoravo i libri che mi prestava. Era un omone, burbero e gentile insieme, ricordo ancora quando dopo tante insistenze mi prestò il volumone dei racconti delle Mille e una notte. Più me lo negava, perchè secondo lui non adatto alla mia età, e più la mia curiosità aumentava, finchè in quinta elementare mi promosse a lettrice matura...lo stesso mi capitò qualche anno dopo, quando nella biblioteca comunale, l'avvocato Mililli mi negava la lettura de Il Conte di Montecristo, avevo forse dodoci anni, e poi di Anna Karenina! I bibliotecari erano attenti a salvaguardare la mia morale!